SAN LEONARDO MURIALDO E I GIUSEPPINI
Sguardo buono di Dio per i ragazzi e i giovani

 

Il Patronato San Gaetano è diretto dai Giuseppini la congregazione religiosa fondata da San Leonardo Murialdo.
Leonardo Murialdo è un sacerdote di Torino che ha dedicato tutta la sua vita ai ragazzi poveri ed abbandonati della sua città.
Nato nel 1828, proveniente da una famiglia della Torino “bene” del tempo: l’infanzia dapprima serena in una famiglia numerosa, è poi sconvolta dalla morte improvvisa del papà.
Passa gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza lontano da casa, in collegio; attraversa una crisi giovanile al limite della disperazione poi, nella fede in Dio, ritrova la serenità e arriva a prendere le decisioni fondamentali per la sua vita.
Era un giovane che aveva tutti i numeri per far carriera in qualsiasi campo. In una Torino che viveva gli anni infuocati della rivoluzione industriale della seconda metà nell’800, sceglie di dedicare la sua vita agli operai e ai loro problemi, ai ragazzi e ai giovani che, abbandonati a sè stessi, affollavano i caseggiati, le strade, le rive del Po e le fabbriche: classici ragazzi “brutti, sporchi e cattivi”, ma il giovane prete leggeva nei loro occhi una domanda di amore e un destino eterno.
Non poteva permettere che fossero dei perduti.
Leonardo si accosta a loro con la luce e l’amore che vengono dal vangelo. Li accoglie nel Collegio degli Artigianelli che dirige per 34 anni: per quei ragazzi senza affetti e senza risorse vuole essere amico, fratello e padre. Per essi fonda nel 1873 la Congregazione di San Giuseppe conosciuta appunto come Giuseppini del Murialdo.
La sorgente segreta del suo donarsi consisteva nell’abbandono fiducioso e sereno nelle mani paterne di Dio buono e misericordioso.
Trovava il modello della vita comunitaria e dei rapporti educativi nella santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.
Leonardo Murialdo muore il 30 marzo 1900 e viene proclamato santo nel 1970 da Paolo VI che lo definisce “mite e gentile, straordinario nell’ordinario”.

LE SUE FRASI PREFERITE:
“Dio mi ama è vero, che gioia, che consolazione!”
“Siamo nelle mani di Dio siamo in buone mani.”
“Facciamo il bene e facciamolo bene.”
“Poveri e abbandonati: ecco i due requisiti che costituiscono un giovane come uno dei nostri: e quanto più povero e abbandonato tanto più è dei nostri.”